QUANDO RIVOLGERSI AD UN LOGOPEDISTA?

Questo articolo nasce dal desiderio di voler fornire alcune informazioni concrete ai genitori per poter comprendere in quali occasioni e perché rivolgersi ad un logopedista.

Le ricerche scientifiche ci dicono che l’intervento precoce avrà un migliore esito rispetto ad un intervento tardivo ma sappiamo anche che ogni bambino ha tempi e modalità specifiche di crescita. Come può un genitore capire se si trova effettivamente di fronte ad un disturbo di linguaggio o se il suo bambino è in ritardo nell’acquisizione delle tappe di sviluppo linguistiche?

Il ritardo di linguaggio è, infatti, uno dei motivi di maggiore consultazione di centri e strutture valutative e riabilitative per bambini con età inferiore a 3 anni ma non tutti i bambini svilupperanno un disturbo di linguaggio e una parte avrà una buona evoluzione. Sappiamo, infatti, che lo sviluppo del linguaggio in tutte le sue componenti (fonologica, semantica, sintattica e pragmatica) ha una grande variabilità per quanto concerne tempi e modi di acquisizione e che ogni bambino ha il suo percorso evolutivo. Tuttavia, sono stati individuati alcuni fattori di rischio che predicono lo sviluppo di un disturbo di linguaggio e che se individuati precocemente permettono una buona prognosi evolutiva. In particolare l’ultima Consensus Conference sul disturbo primario del linguaggio afferma che sono indici di rischio:

  • Difficoltà di comprensione del linguaggio verbale;

  • Dimensione ridotta del vocabolario espressivo: in particolare meno di 50 parole a 24 mesi;

  • Mancanza di combinazione di parole a 30 mesi.

La pratica clinica ci suggerisce, inoltre, che sono fattori di rischio anche la presenza di un familiare con diagnosi di disturbo di linguaggio e/o di apprendimento o con una storia di ritardo di linguaggio e/o di apprendimento, la nascita pretermine e la presenza di otiti ricorrenti nei primi due anni di vita.

Se ci si trova, quindi, di fronte ad un bambino che ha un vocabolario di parole molto ridotto a 2 anni, che mostra difficoltà a comprendere quanto gli viene detto, che non riesce a 30 mesi a creare delle piccole frasi o delle associazioni di parole e che mostra un linguaggio difficilmente comprensibile o intellegibile solo in ambito familiare, è bene rivolgersi ad un logopedista. Quest’ultimo, dopo un’accurata valutazione mediante test standardizzati, è in grado di comprendere se è necessario intraprendere un percorso riabilitativo o se è sufficiente fornire indicazioni alla famiglia affinché possa stimolare adeguatamente il linguaggio mediante attività condivise.